PEZZI DI STORIA...

giovedì 6 dicembre 2007

Il caso Mazzeri (di Candido Cannavò)

ARBA (PN) – Sto oziando sul mio confortevole divano in pelle rosa, nel tepore del salotto riscaldato dalla fiamma di un caminetto acceso, indossando l'inseparabile vestaglia di flanella rosa e calzando le mie morbide e ormai consumate pantofole in pelo di coniglio... rosa. Tutto ad un tratto, avverto dentro di me una pulsione fortissima e l'irrefrenabile istinto di riprendere in mano dopo lungo tempo lo strumento che mi ha accompagnato nel mestiere di una vita: la mia penna stilografica in metallo cesellato e radica... rosa! Per vincere il grigiore che viene dai deprimenti eventi della cronaca calcistica quotidiana, intendo narrare di questo stravagante e talvolta imponderabile "pianeta-calcio" che, al pari della vita, sa essere al tempo stesso spietato e ricco di umanità, sa alternare il cinismo alla solidarietà.
Voglio raccontarvi una storia vera, semplice, ma intrisa di quei valori profondi ed autentici quali sono l'amicizia e la solidarietà, valori che paiono al giorno d'oggi oramai irrimediabilmente smarriti. E' la vicenda dell'esimio Mazzeri, la celeberrima "tuta blu" che danzava leggiadra sulle rotelle, introdotta a forza nel mondo del pallone.
La storia si ambienta in una squadra di calcio dilettantistica di un piccolo paese del Friuli (Arba, in provincia di Pordenone): la gloriosa Arbese. Luca Mazzeri, provetto pattinatore (argento nazionale!), ormai da tempo convertitosi al calcio, approda in seno alla squadra e si inserisce immediatamente nel gruppo, conquistando la stima e l'affetto dei compagni. Il suo proverbiale umorismo e quella sua naturale esuberanza (alcolica), fanno subito breccia nel cuore dei commilitoni. Anche quando di tanto in tanto trascende, improvvisando degli interminabili ed accorati comizi (valorizzati appieno dal timbro inconfondibile della sua delicata vocina), i compagni lo sanno apprezzare. L'armonia regnava sovrana dentro e fuori dallo spogliatoio, la sintonia tra il nostro protagonista ed il gruppo era perfetta. Ma un giorno, come un fulmine a ciel sereno, ecco che il nostro eroe smarrisce inaspettatamente la retta via e la serenità di un tempo. L'uomo dal comizio estemporaneo, il paladino dei valori più autentici del comunismo, si trasforma all'improvviso in una persona svagata (vedi le reiterate dimenticanze dei suoi effetti personali), disorientata (non ricorda il nome degli avversari da incontrare, né il campo ove ha da tenersi la disfida) e priva di ogni interesse (la sua puntualità nel ritardo diviene una consuetudine). Ma l'abominevole metamorfosi lo porta persino a diventare facinoroso: egli scarica con veemenza il proprio disagio su ogni malcapitato cha abbia la sfortuna di imbattersi sul suo cammino (arbitro, avversari, compagni), travolgendolo con l'impeto di un treno in corsa. Emblematici a tal proposito sono il trattamento riservato al suo capitano (letteralmente "investito" nel corso di un allenamento) ed il disonorevole primato che il buon Mazzeri malauguratamente detiene: due espulsioni in tre giorni!!! (cui si aggiunge la collezione di cartellini gialli). Ormai non vi è più traccia di quel suo spensierato modo di essere, l'uomo concreto che aveva insegnato a tutti a valorizzare ciò che è sostanza (cariola) e a bandire l'effimero ("mouse"), ormai è solo un pallido ricordo. Durante gli allenamenti non si vede più scorazzare sul campo di gioco la sua leggendaria giacca a vento rossa, simbolo di speranza per gli umili e gli oppressi. Ebbene, amici lettori, è proprio nei momenti difficili come questo che i veri valori emergono dagli abissi e si affermano in tutta la loro immensa grandezza. Ecco allora che i compagni di squadra, sensibilizzati dal malessere di un uomo ormai alla deriva, anziché emarginarlo, si stringono tutti attorno a lui con spirito amorevole, riservandogli continue attenzioni (soprattutto con riguardo alle sue "dimenticanze"), rendendolo partecipe di ogni iniziativa benefica (in primis la colletta per la cassa sociale, alla quale offre un contributo essenziale) e rincuorandolo senza fargli mai pesare le frequenti amnesie.
Amici lettori, non abbandonate dunque la speranza... il calcio sa ancora regalarci momenti di grande umanità, mettendo in mostra quella sua mai sopita vena romantica...
I tuoi compagni ti attendono, oh sublime danzatore, per vederti volteggiare armonioso come un tempo, sugli scarpini bullonati...

1 commento:

Anonimo ha detto...

People should read this.

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